Dal multiplo al monotipo, tecniche di stampa a confronto
19 giugno 3 luglio 2012
La stampa d’arte è stata utilizzata nel passato a scopo essenzialmente didattico.
A partire dall’ottocento e per tutto il novecento si è trasformata in una attività
artistica autonoma sino a diventare una delle forme d’arte più diffuse e
accessibili, beneficiando, a questo proposito, del sostegno teorico di Walter
Benjamin, sulla riproducibilità dell’opera d’arte. Inevitabile il richiamo alle
serigrafie di Andy Warol.
Nel campo delle tecniche classiche di riproduzione grafica, con il termine di
stampa d’arte si indica un’immagine incisa o disegnata a mano su una matrice,
impressa generalmente su un supporto cartaceo e numerata.
Le matrici possone essere di vari tipi: di pietra per la litografia, di linoleum,
di metallo come il rame e lo zinco nell’incisione e nell’acquaforte, di legno
per la xilografia, di tessuto per la serigrafia. Una stampa d’arte può anche
essere il risultato di varie tecniche combinate tra loro.
Alcuni interventi manuali come la colorazione ad acquerello o l’inserimento
di oggetti tridimensionali, possono rendere unico il pezzo prodotto, che si
definisce monotipo.
L’ideatore e l’esecutore della stampa d’arte non sempre coincidono,
evidenziando la differenza su chi concepisce l’immagine come autore (artista)
e l’esecutore della riproduzione (artigiano).
Attualmente la tecnologia digitale ha dato un nuovo impulso alla produzione
di stampe d’arte. Attraverso il confronto delle tecniche questa mostra offre
una visione d’insieme delle pratiche in uso, evidenziando la grande varietà
di soluzioni. La mostra è accompagnata dalla diffusione del brano musicale
”Trasfigurata” di Rosolino Di Salvo.